A volte nei racconti la cosa più terribile non è quello che si legge, si sente o si racconta, è proprio il vuoto delle pagine lasciate bianche. Oggi è l’anniversario dell’inizio del silenzio del diario più famoso del mondo. La piccola Anna ha scritto le sue ultime righe il 1 agosto del 1944. Lasciando un silenzio terribile quanto il suo vissuto…

 

La Seconda Guerra Mondiale è segnata da grandi date che vengono commemorate quasi con felicità. Da francese, vi affermo che il 6 giugno di ogni anno diventa quasi una festa perché si ricorda lo sbarco in Normandia e l’inizio della Libération. Abbiamo tutti in mente le immagini degli americani che vengono salutati con entusiasmo dalla popolazione sulla soglia della propria porta con una felicita estrema.

Ripensiamo spesso a quell’anno 1944 con un susseguire di vittorie alleate che conquistano l’Europa dimenticando quasi che è una guerra con delle popolazioni che vivono ancora sottomesse allo stivale tedesco.

 

 

Anna è tedesca ma vive ad Amsterdam. Nel 1933, in Germania la sua famiglia “non si ci trovava più“. La situazione li aveva costretti ad emigrare per sperare in un futuro migliore verso i Paesi-Bassi.

Suo papà, Otto, è un imprenditore. Ha creato un’azienda che produce uno degli ingredienti utilizzati nella ricetta della marmellata e vivono una vita tranquilla nella Amsterdam degli anni ’30 fino al 10 maggio 1940 quando i tedeschi invadono i Paesi Bassi.

Per i suoi 9 anni, il 12 giugno 1942, Anna ha ricevuto come regalo di compleanno un quaderno dove comincia ha raccontare il suo quotidiano: il Diario.

Quello che hanno lasciato alle spalle li ha raggiunti. Quello che hanno cercato di sfuggire è arrivato fino al loro luogo di salvezza. Poco a poco la loro libertà viene sgranocchiata dalle leggi di occupazione fino a quando non si può più stare liberi. La decisione di entrare nella clandestinità viene presa il 5 luglio 1942 perché Margot, la sorella di Anna è stata chiamata per andare a lavorare in un campo e se non si presenta, verrà arrestata tutta la famiglia.

Si nascondono in un piccolo nascondiglio creato da Otto nel fondo dell’azienda. Un piccolo appartamento molto rustico di appena 50mq dove si ritroveranno 8 persone per mesi e mesi…

La piccola Anna scrive, descrive la sofferenza di essere rinchiusa, di essere priva di libertà, dei difficili rapporti che si possono creare tra le persone in quei casi soprattutto se si è adolescenti. È più di un semplice diario, è una lezione di vita.

L’ultima pagina è scritta il 1 agosto del 1944. Anna scrive sulle contraddizioni, su come anche lei sarebbe una contraddizione.
Intanto la storia che si sta scrivendo in quei mesi è anche una contraddizione, abbiamo l’allegria di una piccola parte di Europa che sta assaporando la libertà e un’altra vive ancora sotto il giogo del terrore.

 

Il più terribile di questo diario è quello che non è scritto. Dopo il primo di agosto: niente. Anna non scriverà più. Il 4 agosto la polizia tedesca fa irruzione nel piccolo nascondiglio… e il resto della storia è nei campi della morte della Seconda Guerra Mondiale.

 

La piccola Anna potrebbe anche essere ancora viva oggi, è nata nel 1929. Avrebbe compiuto 89 anni e potrebbe essere una bella nonna che riceve la visita dei suoi nipoti ogni domenica, ma l’orrore della storia l’ha falciata nel pieno della sua gioventù…

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