75 anni fa il post 8 settembre
L’8 settembre segna una svolta nella storia dell’Italia e degli italiani.
L’armistizio di Cassibile ha sconvolto tutto il paese perché l’Italia è fuori della guerra grazie al cessate il fuoco tra Italia e Anglo-americani. In teoria è arrivato il tempo della pace però la guerra in Italia continua.
Come si è previsto, il tedesco alleato dell’Italia non lascia il paese e comincia ad occupare tutti i punti strategici del paese. Il fronte si sta spostando verso nord dopo la conquista della Sicilia. Gli inglesi sono già sulle strade della Calabria dal 3 settembre con l’operazione Baytown.
Il 9 settembre cominciano due operazioni:
- Operazione Slapstick: sbarco a Taranto.
- Operazione Avalanche: sbarco a Salerno.
L’invasione della Calabria anche se si sviluppa senza grossi problemi è troppo lenta. È necessario agire subito dopo l’annuncio dell’armistizio per approfittare della resa degli italiani prima di una forte reazione tedesca e coglierli di sorpresa.
Gli inglesi sbarcati a Taranto non riscontrano molta resistenza al momento dello sbarco però dovranno affrontare delle imboscate durante la loro avanzata verso Foggia da parte dei paracadutisti tedeschi. I britannici perdono 106 uomini.
Le forze in presenza durante lo sbarco di Salerno sono maggiori: 170.000 soldati sbarcheranno e si scontrano con 6 divisioni tedesche. Si calcola 12.500 morti nei due campi di cui 9.000 vittime per gli Alleati dopo 10 giorni di scontri.
Lo stesso 9 settembre assistiamo a Roma alla creazione del CL.N., il Comitato di Liberazione Nazionale. Sin dal giorno dopo la resistenza si organizza e crea un sistema per coordinare le azioni contro l’occupazione tedesca. La battaglia per l’occupazione di Roma comincia il 10 settembre in seguito verrà chiamata la “mancata difesa di Roma”.
Hitler ha dato degli ordini precisi in caso di resa dell’Italia e di un possibile crollo del fascismo: l’operazione Achse. Approfittando del disorientamento delle truppe italiane, i tedeschi hanno il compito di occupare il territorio e neutralizzare le varie truppe su tutti i fronti comuni. I tedeschi hanno già calcolato che l’amico, da un giorno all’altro, si sarebbe dovuto trattare da nemico.
Dalla parte italiana si era pensato a questa possibilità. Badoglio aveva concluso l’8 settembre così:
“ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza”.
Gli scontri avvengono tra italiani e tedeschi. Nella sera dell’8 settembre si decide pure di armare la popolazione civile per difendere la città. In ricerche recenti ho ritrovato il “Foglio Notizie” che accompagna il foglio matricolare di Vito Levantino un soldato palermitano che, come molti tornerà dopo anni di prigionia.
La mancata difesa di Roma finisce il 10 settembre alle ore 16 con la firma della resa con note conseguenze come il massacro delle fosse ardeatine e altre violenze e le deportazioni di numerosi civili.
In un solo giorno i soldati italiani con chi condividevano il tavolo diventano nemici. 800.000 italiani divetteranno I.M.I. (Internati Militari Italiani) nei lager tedeschi.
Purtroppo, il 10 settembre è anche un anniversario terribile a Nola, nella periferia di Napoli.
Dopo il tentativo fallito di due motociclisti tedeschi di disarmare i soldati italiani si apre un conflitto a fuoco dove muore uno dei due tedeschi.
Gli italiani decidono di inviare una delegazione, sventolando bandiera bianca e disarmati. La reazione dei tedeschi è di aprire il fuoco. Il giorno dopo la divisione corazzata Goering ha il sopravento sulla tenace resistenza. Conquistano Nola e decidono di fucilare 10 ufficiali italiani.
Il 1943 è un anno terribile per l’Italia.