Il veicolo elettrico sta diventando la svolta del ventunesimo secolo in materia di mobilità sostenibile che mira a proteggere l’ambiente. L’evoluzione tecnologica odierna ha permesso di creare questi nuovissimi veicoli. Nuovissimi? Ne siamo sicuri?

L’uomo da sempre è un grande viaggiatore. Ancora oggi le strade romane vecchie di due millenni sono punti di riferimenti in tutta Europa per lo spostamento di merce e di uomini. Dalle prime carrozze ai giorni nostri l’evoluzione del trasporto è stato frutto si sbalzi evolutivi. L’uomo cerca sempre di innovare nel campo della mobilità.

Oggi cominciamo a vedere nuovi tipi di veicoli silenziosi e più rispettosi dell’ambiente che popolano le nostre strade. Benché il veicolo elettrico sia conveniente da un punto di vista economico e ambientale rimane sempre limitato dalla sua autonomia malgrado l’evoluzione delle capacità delle batterie.

Possiamo considerare l’arrivo della democratizzazione del veicolo elettrico abbastanza recente grazie a grandi marchi come Tesla che vende esclusivamente veicoli elettrici abbastanza riusciti. Prima era una tecnologia riservata in maggior parte ai trasporti su rotaie.
Vedere queste silenziose automobili sembra una grande novità però non è cosi. Il veicolo elettrico destinato al trasporto privato è nato più di un secolo fa.

Il primo veicolo elettrico era un modellino di trenino costruito nel 1835 dal americano Thomas Davenport.
Grazie al miglioramento delle batterie e alla creazione del fisico francese Gaston Planté nel 1859 delle batterie ricaricabili, si può cominciare a pensare a creare mezzi di locomozione più pesanti e capaci di trasportare cariche maggiori.

Nel 1881 nascono realmente le prime automobili elettriche. Vengono presentate alla Fiera Internazionale dell’Elettricità di Parigi. Ovviamente i primi modelli erano abbastanza rudimentali. Si deve immaginare un triciclo manovrato grazie ad un sistema di pulegge, il movimento e la velocità erano regolati grazie ad una progressiva immersione di placche metalliche in recipienti riempiti con acido.

Nel 1884,, il britannico Thomas Parker realizza la prima automobile industriale della storia.

La prima macchina elettrica italiana risale al 1891 creata dal conte Giuseppe Carli di Castelnuovo Garfagnana con l’ingegnere Francesco Boggio riprodotta nel 2009 dagli studenti dell’Ipsia S. Simoni di Castelnuovo della Garfagnana.

La diffusione reale dell’automobile elettrica comincia nelle grandi città con i taxi elettrici nel 1897.

Questo nuovo mezzo elettrico è una rivoluzione tecnologica, la Jamais Contente (“Mai Felice” in onore della moglie del pilota) è il primo veicolo a superare i 100km/h.

La vendetta del motore a scoppio, messo da parte fino a quel momento perché era considerato rumoroso e faceva troppo fumo, arriva grazie alla sua evoluzione e al lancio della famosa Ford T nel 1908: primo simbolo di democratizzazione dell’automobile e stacca la spina al corto sogno elettrico.

Malgrado le varie crisi petrolifere del ‘900, si deve aspettare gli anni ’70 per vedere qualche tentativo di veicolo elettrico, senza successo.

Sarà forse Toyota con la Prius che introduce la macchina ibrida, non dipendente della presa elettrica, che permette una dolce e progressiva transizione verso il 100% elettrico che vediamo oggi.

Per noi la macchina elettrica sembra una novità incredibile ma alla fine è una macchina ben più storica di quanto potevamo pensare.

PS: Peccato che le case automobilistiche palermitane non hanno avuto successo… Sarebbe stato bello vedere in giro delle Lapis o delle Audax “made in Palermo”.

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