Libro: L’Immacolata segreta del 1943
Oggi vi presentiamo un libro che esce fra qualche giorno. Non vediamo l’ora di averlo tra le mani per scoprire un’altra pagina della storia in Sicilia che ha avuto effetti sul mondo intero.
Maurizio Tosco, autore del libro L’Immacolata segreta del 1943 – Il misterioso viaggio di Roosevelt a Castelvetrano, 21 editore risponde a 10 domande che permettono di intravedere chi è l’autore che ci narra un evento incredibile: la visita di un presidente americano in Sicilia durante la Seconda Guerra Mondiale.
1. Come è nata la tua passione per la storia e in particolare per la Seconda Guerra Mondiale?
La passione per la storia mi è nata ascoltando la storia di mio nonno Antonio Tosco, un reduce della Prima guerra mondiale, il quale sul fronte è stato ferito gravemente ad una gamba, e fortunosamente si è ritrovato in un ospedale da campo proprio nel momento in cui la regina Margherita e altre nobildonne della Croce Rossa, effettuavano un’ispezione. La sovrana vedendo questo bel giovane bruno con gli occhi azzurri di appena vent’anni lo ha fatto caricare sul suo treno e lo ha portato con sé a Roma dov’è stato operato dal celebre professore Durante presso l’ospedale che aveva fatto allestire all’interno della villa di sua residenza – c’è una stele molto bella che lo ricorda – nella via Veneto, che attualmente è la sede dell’ambasciata americana. Al suo ritorno in Sicilia è stato accolto con tanto di banda e un articolo nel Giornale di Sicilia.
La passione per la Seconda guerra mondiale l’ho maturata quando con la mia famiglia ci siamo trasferiti a Bologna, mia città di adozione dal 1968, dove ogni venerdì andavo al mercato della Montagnola a vedere i “ferrivecchi” che esponevano cataste di materiale: armi, buffetterie, distintivi, documenti, elmetti, fotografie, medaglie, uniformi, italiane, americane, polacche, russe e tedesche.
In quella città conobbi un “Uomo” dalla tempra morale straordinaria come il suo passato: il colonnello della Folgore Corrado Iacono, il quale con le sue pochissime parole su El Alamein, mi trasmise la passione per approfondire le vite dei militari e civili italiani nel corso del conflitto, e trasmetterne la memoria.
Così – a nove anni – ho principiato ad interessarmi di “militaria” e storia militare, attraverso i documenti e libri accessibili, e soprattutto raccogliendo le testimonianze dei reduci italiani di tutte le armi, dei partigiani bianchi e rossi, dei repubblichini e della popolazione: principalmente i contadini abitanti dell’appennino tosco-emiliano, in prossimità della Linea Gotica. In quegli anni la guerra era ancora un ricordo vivido nelle loro menti così come in quei paesini e in quelle colline straziate dalla lenta guerra di avanzamento degli alleati e dalla furia omicida dei tedeschi.
La passione per lo sbarco in Sicilia nasce dai lunghi pomeriggi estivi trascorsi nella cucina della mia amata nonna materna Giuseppina Pina Canale, ascoltando i racconti incredibili di una mamma con cinque figli piccoli sotto le bombe Alleate, i Tigre nella via Roma e il colonnello Poletti in clandestinità tra Monreale e Palermo.
2. Come hai scoperto questa storia dimenticata dell’aeroporto di Castelvetrano?
Come in un film di Pif: per caso una domenica incontro un anziano castelvetranese che sapeva della mia passione per lo sbarco in Sicilia. Mi dice che a casa ha delle fotografie di camion americani che trasportano feriti, e conclude sottolineando «Mi rissiro che a Castelvetrano è venuto il presidente Roosevelt… Ma a mia mi pare ‘na minchiata!»
La cosa pareva davvero enorme, così poche ore dopo, ero già al lavoro all’interno dei siti militari e degli archivi statunitensi.
3. Oggi i castelvetranesi ricordano questo fatto? Come stanno accogliendo queste informazioni importantissime per la storia della loro città?
Nel 2015 il sindaco di Castelvetrano e la presidente del Rotary hanno creato le condizioni per una presentazione ufficiale dei “backstage” in mio possesso, girati dai cineoperatori statunitensi l’8 dicembre del 1943 all’aerodromo di Fontanelle. La presentazione è avvenuta l’8 dicembre presso il teatro Selinus a Castelvetrano, con una grande partecipazione di cittadini.
Nel 2018 RCV Network mi ha invitato alla redazione del palinsesto della trasmissione radiofonica La meglio gioventù, con la quale in sette puntate abbiamo narrato questa pagina di storia castelvetranese. La trasmissione ha avuto una grande accoglienza da parte dei cittadini. Inoltre, TV2000 mi ha fatto una intervista nell’aerodromo, e il quotidiano on-line Castelvetrano Selinunte ha divulgato spesso le notizie riguardanti le mie ricerche per la redazione del libro.
Grazie a tutti loro, i castelvetranesi hanno approfondito la conoscenza di questo fatto straordinario e mi dimostrano tutt’ora il loro interessamento.
4. Come si sono svolte le tue ricerche?
Inizialmente il mio interlocutore principale è stato un giornalista militare e storico tedesco con il quale ci siamo scambiati molte informazioni preziose riguardanti il capitano statunitense Philip Curtis Lewis – il comandante dell’Allied Military Government of Occupied Territory (AMGOT) a Castelvetrano – che è stato il testimone chiave di quel pomeriggio. Poi ho approfondito le ricerche presso molti archivi tra i quali quello del National Archives and Records Administration, del The National WWII Museum a New Orleans, della FDR Presidential Library & Museum e della Library of Congress.
Per l’introduzione del libro ho utilizzato le informazioni che ho ricavate sia dagli articoli di Tom Wolf, che è stato il corrispondente di guerra del giornale Miami News in Sicilia ed a Castelvetrano. Per lo straordinario materiale fotografico proveniente dagli album personali di alcuni tra i militari che si trovarono quel pomeriggio all’aeroporto di Fontanelle, rimango perennemente grato alla Airborne Troop Carrier, National WWII Glider Pilots Association che con grande entusiasmo per la mia ricerca e la pubblicazione di questo libro, assieme ad amicizia e disponibilità eccezionali, mi ha trasferito tramite il suo responsabile per l’Europa, la copia di tutto quel che possiede sul Troop Carrier Group di stanza a Castelvetrano nel 1943. A tutto ciò ho aggiunto il frutto delle mie letture sull’operazione Husky e sull’attività di spionaggio ad essa collegata.
5. Un presidente americano in Sicilia in piena Seconda Guerra mondiale è un evento importante. Quali sono state le ragioni di una decisione del genere e quali sono stati gli effetti sul conflitto?
Le ragioni sono legate a ciò che avveniva dietro le quinte della politica ufficiale tra americani, inglesi e russi nel corso della Campagna d’Italia e del cosiddetto “Ciclo delle Conferenze”. Mi riferisco In particolare alle manovre segrete che gli alleati inglesi avevano intrapreso con la nobiltà siciliana, e quelli russi con i comunisti italiani, ed entrambi con i cosiddetti “Separatisti”.
Come ho scritto nel libro, la decisione del volo verso Castelvetrano è stata presa quasi “un giorno per l’altro” – prima che il presidente Roosevelt rientrasse negli Stati Uniti – quasi certamente per definire la condotta statunitense nel Mediterraneo, in Sicilia e nel proseguimento della Campagna d’Italia.
6. Secondo te, perché questo evento è rimasto così poco conosciuto?
Il motivo è legato al fatto che il Presidente aveva l’abitudine – quasi un “modus operandi” – di non far lasciare traccia o comunque di dare scarso rilievo ai suoi appuntamenti importanti sotto il profilo politico e militare, così come di non far trascrivere il contenuto delle sue conversazioni in quelle occasioni. Ad esso si aggiunge il fatto che il volo a Castelvetrano necessitava di essere mantenuto segreto per motivi di sicurezza eccezionali. Infatti appena sei giorni prima il presidente Roosevelt era scampato, insieme a Churchill e Stalin, al tentativo di assassinio voluto da Hitler, che stava per avvenire in occasione della conferenza a Teheran.
7. Oltre a questa operazione, qual è l’operazione della Seconda Guerra Mondiale che ti affascina di più?
Si tratta dell’operazione Giant two della quale parlo nel libro, ovvero il piano di lancio dei paracadutisti della 82a Airborne sugli aeroporti di Cerveteri e Furbara nei pressi di Roma; e una volta conquistati questi anche su quello di Guidonia. Per una serie di ragioni che spiego nel libro, l’operazione venne annullata con pesanti conseguenze quali il ritardo della liberazione di Roma quindi del resto della penisola, e tutto quel che ciò ha comportato per la popolazione.
8. Hai lavorato sul territorio per la salvezza della memoria e dei luoghi di memoria. Come possiamo fare oggi per non perdere tutto in questo momento chiave quando la generazione che ha conosciuto la Seconda Guerra Mondiale sta purtroppo scomparendo?
Penso che grazie alla facilità di poter registrare e filmare, quindi divulgare in Rete, si debbano cercare, registrare e filmare i testimoni del Conflitto ancora in vita, cominciando dai propri familiari e conoscenti. Contemporaneamente elaborare progetti; nel mio caso nel 2015 avevo proposto all’amministrazione comunale di Castelvetrano di realizzare un piccolo museo dell’8 dicembre del 1943 nel quale mostrare i filmati, le fotografie, i giornali e i documenti in mio possesso e – magari – quei tanti altri che saranno nei cassetti e negli album di famiglia dei castelvetranesi.
Infine, portare le persone nei luoghi – come tu sai fare molto bene – per far “vedere” e “vivere” quei fatti attraverso la narrazione dei testimoni e degli studiosi.
9. Sai che sono francese e che per noi il 6 giugno 1943 (data dello sbarco in Normandia) è un giorno molto ricordato. Come mai secondo te non c’è questo interesse per lo Sbarco in Sicilia, il primo sbarco avvenuto in Europa, quasi un anno prima della Normandia?
Negli anni mi sono posto infinitamente questa domanda, perché è davvero incredibile che lo sbarco sulla costa della Normandia: vale a dire una versione “ridotta” dello sbarco in Sicilia, abbia così tanto riscontro storico e commemorativo.
Come ho sottolineato nel libro, la partita che si è giocata in Sicilia tra i Tre Grandi: Roosevelt, Churchill e Stalin è stata un intrigo di altissimo livello per garantirsi il destino della Sicilia, del Mediterraneo, dell’Italia e dell’Europa. Col “senno di poi” noi sappiamo cosa è significato trovarsi sotto l’influenza statunitense; ma come sarebbe stata la storia della Sicilia, del Mediterraneo, dell’Italia e dell’Europa, se fossero cadute sotto il dominio della Corona britannica e il suo governo di stampo colonialista, oppure sotto l’influenza del comunismo sovietico?
Il movimento “Separatista” poi, ha appoggiato e poi avversato “tutti e nessuno”. Bruciando così le grandi potenzialità di offerta e contraccambio che avrebbe potuto portare sul tavolo delle trattative – ancora molto “scivoloso e incerto” per i Tre Grandi – i quali, pur di dominare la Sicilia quindi controllare il Mediterraneo “militare e commerciale” assieme al destino politico dell’Italia, probabilmente sarebbero stati disposti a concedere molto sia al popolo siciliano sia al suo Governo.
Dunque, sono convinto che si sia ingigantito ad arte il fatto mafioso proprio per intorbidare la verità su “quel che sarebbe potuto essere e non fu” per il futuro della Sicilia, dei siciliani e dell’Italia, dal 1943 sino ai giorni nostri. Una tattica tutta italiana a noi tutti tristemente nota, che continua a pesare sull’immagine di quest’isola straordinaria, dei suoi abitanti e sulla commemorazione più adeguata alla dimensione militare e allo spessore politico dello Sbarco.
10. Un prossimo progetto nel cassetto?
Sto lavorando da un po’ ad un altro libro che approfondisce il tema di questo “intorbidamento”. Poi sto portando avanti il progetto di turismo militare artistico e naturalistico Following heroe’s steps©, elaborato con mio figlio Bernardo, articolato su visite e commemorazioni nei luoghi dello sbarco in Sicilia, che spero di condividere anche con te e tutti gli appassionati di questa grande “pagina” della storia siciliana ed italiana.
Grazie Wil
Grazie a te Maurizio per la tua disponibilità e per questo libro che ancora una volta dimostra che la storia non è un lungo fiume tranquillo ma fatto di curve e di cascate e ci fa sempre viaggiare come in un fantastico libro di avventure.
L’Immacolata segreta del 1943 – Il misterioso viaggio di Roosevelt a Castelvetrano, 21 editore esce nelle librerie il prossimo 2 luglio.
Però è sempre meglio una bella presentazione, la prima sarà presso il Museo storico dello Sbarco di Catania il 10 luglio 2020. Un’occasione per visitare anche il museo.
Maurizio ci invia maggiori dettagli a proposito della prossima presentazione:
Grazie alla disponibilità del Sindaco di Catania e del direttore del museo dello Sbarco, il 10 luglio 2020 alle 18,30 presenterò il libro nel teatro esterno di quella attrezzatura museale catanese straordinaria – all’interno del complesso de “Le Ciminiere” – oggetto dell’attenzione turistica nazionale ed internazionale nonché degli studiosi e degli appassionati della storia della seconda guerra mondiale e dell’Operazione Husky (https://www.youtube.com/watch?v=D8N3pmLaq4A).
La presentazione sarà arricchita dalla presenza dei “Reenactors”: i componenti dell’associazione culturale no-profit “Historica XX Secolo” che diffonde la cultura e la conoscenza uniformologica, i quali indosseranno uniformi del periodo e porteranno attrezzature correlate (http://www.historicaxxsecolo.it/pagina_principale.htm).
PS: Stiamo lavorando su una presentazione a Palermo ma non lo dite a nessuno….
Bonus: una video intervista di Maurizio.