Derubati, L’omnibus de Palerme – Le Gaulois 1895

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26 luglio 1895 – un fatto di cronaca palermitana è nelle pagine del giornale Le Gaulois, oggi sparito dopo la fusione con Il Figaro nel 1929. È sorprendente ritrovare un tale fatto in mezzo ad articoli che trattano di politica internazionale: “Stati Uniti, guerra con gli indiani. Cina, trattato con la Francia. Austria, viaggio dell’imperatore…”

 

 

Quest’articolo descrive:

le vicende di un omnibus in un quartiere sud di Palermo: Villagrazia.

 

L’Omnibus di Palermo. – Non esiste sicurezza da nessuna parte, nella pittoresca Sicilia. Non contenti di correre le campagne dove regnano come maestri, i malfattori arruolati spingono con audace fino alle porte delle grandi città.

Palermo, lei stessa è stata il teatro del loro ultimo exploit. Sappiamo che conta quasi duecentomila abitanti.

L’omnibus che va da Sant’Antonio a Villagrazia e serve una zona della città, era partito dalla stazione centrale con ventidue passeggeri, tra i quali il sindaco di Villagrazia, un brigadiere delle dogane, un doganiere armato di un wetterli e alcune donne ornate di tutti i gioielli delle loro cassette, come va di moda nel paese.

Erano le cinque di sera ed era arrivato nella periferia, dopo venticinque minuti di strada, quando il cocchiere intravede a qualche distanza davanti a lui due individui “facciulati” – cioè con il viso coperto da un fazzoletto – che si alzarono lentamente dietro un muro, fucile alla mano.

Prova prima di fare accelerare i cavalli, ma una volta nella linea di tiro, le carabine essendo mirate su di lui, il cuor le è mancato, e, saltando dal suo seggio, si è coricato sulla strada, faccia contro terra: è l’attitudine regolamentare lì di quelli che si arrendono alla mercé, consacrato da un antico rito e conforme alle regole proclamate da tutti i tempi dalla nobile corporazione dei briganti.

Il doganiere, di nome Serio, meno accomodante, s’arma del suo wetterli e prese la mira: subito tre detonazioni si fecero sentire; il povero doganiere caddè mortalmente ferito. I due malfattori, seguiti di altri due malandrini, ugualmente armati, stupiti di questa inqualificabile resistenza, scapparono al più presto e sparirono come per incantesimo

Però l’omnibus, quel giorno, non andò più avanti.

I viaggiatori, tutti tremando, raggiunsero la propria dimora a piedi, e l’infortunato Serio fu trasportato morente all’ospedale di San Saverio.

 

Tra l’altro la borgata monrealese di Malpasso (subito sopra Villagrazia) godeva nel fine ‘800 di una brutta reputazione illustrata con certi detti locali:

“Si passi ru Malupassu e nun si arrubbatu,o chi Saru Vagghica un c’è o è malatu.”

Letteralmente: Se passi da Malpasso e non sei derubato o Saro Vaglica non c’è oppure è ammalato.

La leggenda racconta che questi fatti di brigantismo avrebbero dato alla borgata il suo nome di Malupassu, ma molto più probabilmente perché “in quel tratto di strada si impantanavano continuamente i carri” (fonte).

 

*documento:  Bibliothèque Nationale de France

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