Sembra un progetto fantasioso uscito da un libro di fantascienza invece alcuni scienziati ci hanno lavorato per anni convinti che si potesse realizzare. Si chiama Atlantropa.

Atlantropa è il nome del progetto faraonico che aveva per compito di asciugare il mediterraneo. Nasce dall’idea dell’architetto tedesco Herman Sörgel che presenta il suo progetto nel 1928.

L’idea è di isolare il mare mediterraneo chiudendolo con un sistema di dighe per abbassarne il livello affinché alcuni fondali possano diventare dei terreni fruibili come i polder olandesi.

La metodologia

L’afflusso d’acqua del mediterraneo principale è lo stretto di Gibilterra. Chiudendolo, l’evaporazione naturale dell’acqua farebbe il suo dovere. Prima di svuotare il mare si deve assicurare che non si riempe naturalmente. Se il livello dell’acqua si abbassa, il primo passo è chiudere le fonti di riempimento principali e naturali del mediterraneo. La costruzione di dighe gigantesche diventa una necessità.

La realizzazione di questa diga gigantesca di Gibilterra avrebbe impegnato un milione di operai su dieci anni e si sarebbe potuta ricavare l’energia elettrica per un paese grande come l’Italia.

Il nuovo volto del mediterraneo

Tutte le coste del mediterraneo sarebbero cambiate del tutto. Con un abbassamento dei livelli del mare le città costiere si ritrovano nell’entroterra. I porti attuali si ritrovano lontani dall’acqua. Atlantropa prevedeva per Genova una grande ricostruzione, la creazione di un grande lago per salvare Venezia che si sarebbe ritrovata a centinaia di chilometri dal mare e tantissimi altri progetti locali per sopperire all’abbassamento delle acque.

Il mediteranno sarebbe stato su due livelli diversi. Con una parte occidentale a -100 metri e una parte orientale a -200 metri con la nostra Sicilia in mezzo, parte naturale di una diga che avrebbe collegato Europa e Africa. Atlantropa avrebbe permesso la creazione di vie commerciali terrestri nuove tra i continenti europeo ed africano proprio con la Sicilia attore principale di questo nuovo continente afro-europeo.

Il mare in Sicilia e a Palermo

Non si sarebbe più parlato di “Ponte di Messina” ma della “Diga di Messina”. Da Mazara del Vallo si può andare a Tunisi in macchina.

In questa operazione la Sicilia diventa un’isola ancora più grande con un’enorme superficie guadagnata sul mare. I nostri porti si ritrovano lontani dall’acqua con alcune mutazioni notevoli delle coste siciliane.

Il litorale palermitano sarebbe stato abbastanza modificato con un abbassamento del livello del mare di 100 metri. Isola delle Femmine sarebbe senza la sua isola. Il Charleston di Mondello sarebbe all’asciutto. Niente più barche alla Cala…

La costa Palermitana con abbassamento del livello del mare di 100 metri.

Il progetto oggi

Il progetto è rimasto d’attualità per alcuni fantasiosi fino agli anni 50 e oggi è soltanto nei libri di storia perché assolutamente non realizzabile. Avrebbe delle conseguenze terribili sul clima europeo e anche mondiale già precario. I terreni recuperati non sono facilmente fruibili dato la loro salinità altissima e sarebbero stati deserti costieri dove la vita non avrebbe trovata la sua strada per la sopravvivenza.

Oggi, il progetto di Atlantropa è classificato tra le utopie più fantasiose della storia con soltanto qualche accenno in alcune produzioni cinematografiche come per esempio nella serie televisiva “The man in the high castle” di cui abbiamo già parlato.

Un documentario in italiano sul progetto

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