25 aprile – Ricucire lo stivale

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1945: Quasi due anni che lo stivale è spezzato.

Dopo lo sbarco in Sicilia, dopo l’armistizio di Cassibile, il paese è strappato in due, il Sud è stato liberato dagli eserciti anglo-franco-americani mentre il Nord è schiacciato sotto il piede nazifascista.
Il 25 aprile 1943, Sandro Pertini veste il ruolo di calzolaio e effettua il discorso che permetterà di ricucire un’Italia a brandelli: chiama gli italiani all’insurrezione generale contro l’occupazione nazifascista.

 

“Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l’occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e a Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire.”

Da francese curioso chiedo spesso agli italiani qual è stato il grande momento storico dell’Italia o del popolo italiano. Le risposte sono varie per confrontare i grandi eventi dell’Italia ai grandi momenti della storia come per esempio la Rivoluzione francese. Molti rispondono citando l’Unità d’Italia e Garibaldi e dimenticando il 25 aprile 1945. È stato sicuramente per il popolo italiano il momento di dimostrare che il paese è prima di tutto una nazione unita che vuole riprendere la sua libertà. Forse ha permesso all’Italia di non fare la fine della Germania dopo la resa, cioè essere “spezzata come un bottino di guerra” e diventare subito dopo la Seconda Guerra Mondiale un grande paese democratico e indipendente

 

Il nostro mondo attuale nasce da quegli eventi non così lontani nel tempo. La nostra società è fondata sulla risposta alle dittature di quegli anni. Tutto il processo di evoluzione culturale per la libertà non è altro che una reazione al nazifascismo che aveva gettato il mondo nel buio con la propaganda, l’oppressione, il razzismo, le persecuzioni…

Oggi lo stivale è ricucito, ma non dobbiamo dimenticare che a volte i fili che tengono lo strappo sono fragili. Non dimentichiamo che ogni tanto il nostro stivale ha bisogno di essere curato…

Non abbiamo scarpe di ricambio…

 

Viva la libertà!

 

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